Un Venerdì Santo unico tra le luci di Latera

Arroccato tra le colline dell’Alta Tuscia, al confine con la Toscana, il borgo di Latera si è trasformato in palcoscenico a cielo nella notte del Venerdì Santo. La comunità fedele ha vissuto un’esperienza profondamente toccante, iniziata nel cuore della notte con la processione della “Desolata”, e culminata al tramonto con la processione della Passione di Cristo, attraversando il centro storico del borgo, culminando con una drammatica rievocazione della crocifissione sul Monte Calvario.

Ed ecco che la notte si è trasformata in un viaggio intenso, trascinando sia i residenti che i visitatori in un’esperienza condivisa di dolore e speranza. Migliaia di candele tremolanti illuminavano le antiche strade acciottolate, ognuna un piccolo faro di ricordo, proiettando lunghe ombre danzanti che sembravano respirare con la solennità dell’occasione.

“È la notte della Passione di Cristo”, mi sussurra un’anziana donna, stringendo il suo rosario, cogliendo perfettamente l’essenza dell’evento. Ogni fiammella tremolante rimane un ricordo tangibile della sofferenza e del sacrificio al centro della fede cristiana. A rendere ancora più suggestiva l’atmosfera di sacra contemplazione contribuivano i canti delle confraternite locali, di una bellezza capace di scendere nel profondo. Queste confraternite, profondamente radicate nella storia di Latera, hanno riempito l’aria con le loro antiche melodie.

Le loro voci, che risuonavano per le strette vie e riecheggiavano tra gli edifici invecchiati, portando con sé una narrazione di dolore, fede e speranza suprema, tramandata di generazione in generazione. “È la notte dei canti delle confraternite”, mi spiega Carlo, con la voce roca per l’emozione: “Le nostre voci portano il peso di secoli di tradizione e fede, a testimonianza del potere duraturo della comunità e della fede condivisa.”

Oltre ai tanti bambini con le rispettive mamme a sorreggere i lampioncini, il corteo storico è composto da circa 180 figuranti tra donne e uomini, da sottolineare che il piccolo borgo di Latera arriva ad avere circa 900 abitanti Per gli abitanti di Latera, questo Venerdì Santo è più di una semplice tradizione; è un’esperienza profondamente personale e spirituale. Molti lo hanno descritto come “la notte più lunga del cristianesimo”, un momento di riflessione, preghiera e devozione incrollabile, che unisce la comunità in un impegno condiviso per la propria fede e la propria tradizione.

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La notte di Latera è stata un toccante promemoria del fatto che anche nelle ore più buie, la fede e l’incrollabile spirito di comunità possono offrire luce e speranza. Le migliaia di candele, i canti suggestivi e il senso di devozione condiviso hanno trasformato questo piccolo borgo italiano in un faro di fede, illuminando la lunga notte della Passione.

Il sindaco Francesco Di Biagi ha riflettuto sul significato dell’evento, affermando: “La celebrazione del Venerdì Santo è un momento di profonda importanza religiosa e culturale per la nostra comunità. Mantiene viva la tradizione e trasmette il patrimonio spirituale e culturale alle generazioni future. Ieri, come ogni anno, ho vissuto un’emozione fortissima durante l’evento. È una sensazione  unica che si ripete anno dopo anno, ed è gratificante che così tante persone vengano da fuori per assistere e ammirare questa esperienza”.

Guardando al futuro, il sindaco Di Biagi ha espresso ottimismo per Latera: “Sono sempre più convinto delle potenzialità che questo Paese offre e non smetterò d’impegnarmi per vederlo sempre migliore”.

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