Credo che la mia ultima immagine, che ho realizzato durante la marcia pacifica di questa mattina, di una madre che allatta la sua bambina all’ombra di una ruota di trattore sia diventata per me il simbolo dell’appassionata protesta contro la proposta di costruzione del deposito nazionale di scorie nucleari nel territorio della Tuscia.
Alma, la neonata, è diventata un’icona inaspettata tra le circa 3.000 persone che hanno marciato pacificamente attraverso il parco archeologico di Vulci, dimostrando la loro incrollabile opposizione al controverso progetto.
Il lungo corteo giallo, ha attraversato l’antico paesaggio etrusco, inviando un messaggio chiaro alle autorità alle prese con la delicata questione dello smaltimento delle scorie nucleari. Organizzatori e partecipanti hanno espresso timori per il futuro della terra di Tuscia, il suo patrimonio agricolo e il potenziale impatto sulla salute e il benessere delle generazioni future.
L’evento è stato scandito dal canto risonante: “Questo è solo l’inizio!”, che sottolineava la determinazione dei manifestanti a continuare a combattere la costruzione proposta. L’immagine di Alma, adagiata tra le braccia della madre sotto l’ombra dell’imponente trattore, racchiude le speranze di una comunità determinata a proteggere la propria terra e a preservarne l’eredità per le generazioni future.
Riflette le preoccupazioni delle famiglie del territorio, molte delle quali sono agricoltori e custodi della terra, e il peso storico della civiltà etrusca che un tempo prosperava in questa zona sacra.
“C’è tutto in quello scatto”, ha spiegato un partecipante, riferendosi alla foto di Alma e sua madre. “Il futuro di Alma e dei suoi genitori, il contadino che custodisce la terra, gli Etruschi, le persone che vivevano in questi luoghi sacri. Speriamo che questi nuovi Etruschi abbiano assorbito l’energia positiva da questa terra che la modernità vuole portarci via”.
La manifestazione è servita come un potente promemoria delle preoccupazioni radicate all’interno della comunità. Gli organizzatori hanno annunciato una marcia di follow-up a Corchiano l’11 maggio, segnalando la loro intenzione di mantenere lo slancio e intensificare la loro opposizione ai depositi di scorie nucleari pianificati. La lotta per il futuro della Tuscia, a quanto pare, è solo all’inizio.
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