Civita di Bagnoregio, il ponte che unisce i popoli compie 60 anni

Per decenni, l’iconico ponte che conduce a Civita di Bagnoregio è stato più di una semplice struttura fisica. È un simbolo di connessione, un’ancora di salvezza per la “città morente” che, contro ogni previsione, è rinata come un fiorente centro culturale e artistico.

Questo ponte, l’ho attraversato sotto il sole cocente dell’estate, con i pungenti venti invernali, l’ho fotografato avvolto nella nebbia e ricoperto di neve, rappresenta per me lo spirito stesso di unità tra Civita e il mondo compreso in 42 piloni di cemento.

Civita, un borgo di appena una dozzina di abitanti, arroccato in cima a una precaria collina di argilla, vanta una ricca storia che risale a 2500 anni fa, agli Etruschi. Un tempo era un punto vitale che collegava il fiume Tevere (una delle principali vie d’acqua dell’Italia centrale) al lago di Bolsena.

Originariamente collegata a Bagnoregio (allora Rota) da una strada, Civita ha combattuto contro un’erosione implacabile sin dal XV secolo. Il percorso originale si è gradualmente degradato fino a quando un devastante terremoto nel 1695 ha completamente distrutto il ponte che collegava i due insediamenti.

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Raggiungere Civita divenne una sfida. Nel 1923 fu costruito un ponte ad arco in muratura, solo per essere parzialmente distrutto dai soldati tedeschi in ritirata nel 1944 e temporaneamente rattoppato con passerelle in legno. Fu solo nel 1963-64 che il Ministero dei lavori pubblici intraprese la demolizione delle vecchie strutture e commissionò la costruzione del ponte pedonale in cemento armato che si erge oggi. Questo ponte celebrerà quest’anno il suo 60° anniversario (inaugurato il 12 settembre 1965), è diventato sinonimo dell’identità di Civita. Come descrive poeticamente un residente locale, è “una mano tesa a questo borgo”.

Civita è e rimane l’icona della Tuscia nel mondo. Il villaggio ha ispirato in particolare l’incantevole scenario del film anime di Hayao Miyazaki Laputa nel Castello nel Cielo. Il sindaco Luca Profili riconosce il significato storico del ponte. “Il completamento del ponte che dà accesso a Civita il 20 febbraio 1965, esattamente 60 anni fa, è stato un momento storico che rappresenta ancora un elemento vitale per
il nostro borgo”.

Il Sindaco, in collaborazione con il Professor Claudio Margottini, coordinatore del comitato tecnico-scientifico per la salvaguardia di Civita, sta pianificando un evento speciale il 12 settembre per commemorare l’anniversario dell’inaugurazione del ponte. “Questa è un’occasione per celebrare la nostra storia”. Ma il ponte ha già avuto una sua inaugurazione, infatti nella notte del 4 agosto 2021 è stato intitolato ad Alberto Sordi e Federico Fellini entrambi hanno calpestato la terra di Civita. Iconica la figura dell’Albertone nazionale che sfreccia sul ponte in
bicicletta nei panni di un sacerdote nel film Contestazione Generale, e poi il maestro Fellini portandoci il set di quel circo malinconico dal titolo La Strada che gli valse l’Oscar.

Nel frattempo, riscendo il ponte, che in questo momento è pieno di turisti con gli occhi a mandorla e incontro Francesco, noto come “il bigliettaio”, che sogna una struttura più ambiziosa: un ponte di ferro in stile Torre Eiffel. La sua visione è stata catturata dal mio amico Paolo Peverini in un’immagine virtuale, che mostra come potrebbe apparire il ponte e che regalo al mio amico Francesco.

Che sia in cemento o in ferro, il ponte per Civita di Bagnoregio rimane un potente simbolo di connessione, resilienza e dello spirito duraturo di un borgo che è risorto dall’orlo dell’oblio. Si erge come una testimonianza dell’ingegno umano e del potere duraturo della speranza.

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