Il Pranzo del Purgatorio inizia con il benvenuto del Capitano, Massimo Del Signore, della Fratellanza del Purgatorio, che, con un po’ di fatica, fa risuonare la sua voce dentro la sala dove 1520 ospiti attendono il primo piatto, i fagioli del purgatorio. “Voi sapete che la Fratellanza del Purgatorio organizza questo pranzo per raccogliere fondi per aiutare chi ha bisogno nella comunità di Gradoli. Durante il Pranzo, – racconta il Capitano – dopo la distribuzione del luccio in umido passeremo tra i tavoli con uno piatto molto antico, e l’elemosina raccolta andrà a favore delle popolazioni terremotate di Turchia e Siria.” La sala applaude all’annuncio e i camerieri iniziano a servire le lunghe tavolate.
Una delle tante caratteristiche che rendono unico il Pranzo del Purgatorio è che gli ospiti devono portare da casa tutto il vettovagliamento, quindi piatti, posate, bicchieri, e poi pane e, chi non è astemio, il vino. E nelle tavolate non sono mancati bianchi e rossi del sud e del nord; ogni famiglia o gruppo di amici aveva la sua scorta vicino alla tavola per accompagnare il Pranzo.
Presenti molti sindaci della Tuscia inviati dal sindaco di Gradoli, Attilio Mancini, il presidente della Provincia, Consiglieri Regionali, autorità militari e il Vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza, che si è intrattenuto con i giovani della Fratellanza del Purgatorio, la vera anima e futuro di questa tradizione. Una tradizione che, come già scritto, ha tutte le caratteristiche per richiedere una candidatura come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. La carità, la solidarietà, la fratellanza e la forza di nuove generazioni di portare avanti una storia iniziata più di quattrocento anni fa.
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