Ciò che rende i “Misteri” davvero unici è la loro natura effimera. Queste intricate opere sceniche, definite “arte effimera”, non lasciano traccia materiale al di là delle fotografie e dei ricordi cari di chi le osserva. Esistendo solo per attimi fugaci, il loro impatto risuona profondamente, rendendo ogni visione un’esperienza preziosa e irripetibile.
Ciò che rende i “Misteri” davvero unici è la loro natura effimera. Queste intricate opere sceniche, definite “arte effimera”, non lasciano traccia materiale al di là delle fotografie e dei ricordi cari di chi le osserva. Esistendo solo per attimi fugaci, il loro impatto risuona profondamente, rendendo ogni visione un’esperienza preziosa e irripetibile.
Dietro questo spettacolo mozzafiato si cela l’instancabile dedizione di innumerevoli eroi sconosciuti. Sarte, fabbri, carpentieri e una miriade di altri artigiani lavorano meticolosamente per dare vita a queste elaborate scene. “La mia storia è dedicata a coloro che lavorano dietro le quinte di quest’arte effimera”. Questo spirito collaborativo fa sì che anche i problemi improvvisi vengano risolti con ingegno, poiché “qui tutti sono amici”, non attori, scenografi o registi professionisti, uniti unicamente dalla devozione a Santa Cristina.
L’importanza di Santa Cristina si estende ben oltre i confini di Bolsena. È una figura unica, venerata in tutte le tradizioni cattolica, ortodossa e anglicana. Questa universalità, unita allo storico legame di Bolsena con il Miracolo Eucaristico del 1263, ha portato molti ad acclamarla come “la città più cristiana della regione”, con Santa Cristina celebrata come “la Santa della Tuscia”.
La profonda devozione cittadina si manifesta in dettagli toccanti, come la scelta del giovane Tiria, che ha interpretato la santa nella rappresentazione teatrale di Piazza Matteotti la mattina del 24 luglio. La leggenda narra che Tiria fosse il nome della santa prima del suo battesimo. Un’altra collaborazione degna di nota è quella con Mario “il Serparo”, che da otto anni porta i suoi serpenti vivi per arricchire il realismo della rappresentazione teatrale “I Serpenti” in Piazza San Giovanni.
La processione stessa offre uno spettacolo unico. A differenza della maggior parte delle sfilate religiose in cui i partecipanti seguono il corteo, a Bolsena una “fiumara di persone” corre freneticamente avanti per essere la prima a testimoniare ogni “Mistero”. Questa anticipazione riempie Corso della Repubblica (che porta da Piazza Santa Cristina a Piazza Matteotti), Corso Cavour (da Piazza Matteotti a Piazza San Rocco), Via di Porta Fiorentina, Piazza San Giovanni, e culmina nella spettacolare rampa che porta a Piazza Monaldeschi al Castello.
La devozione di Bolsena per Santa Cristina favorisce anche i collegamenti internazionali. La città è gemellata con Sepino in Molise, in Italia, e Lloret de Mar in Catalogna, in Spagna, entrambi luoghi in cui la santa è venerata in modo simile.
Mentre risuona l’applauso finale e Santa Cristina viene riportata con riverenza nella sua basilica da un gruppo eterogeneo di uomini e donne, la profonda emozione e lo spirito comunitario lasciano un segno indelebile. La festa di Santa Cristina non è una semplice rievocazione storica; è una testimonianza viva e pulsante di una fede incrollabile, di un sacrificio condiviso e dei forti legami che uniscono una comunità attorno alla sua amata patrona.
Scatto le mie ultime immagini dei grati portatori e del sindaco Andrea Di Sorte, ringrazio tutte le persone che hanno collaborato alla realizzazione di questo mio racconto, e credo di aver avuto un profondo privilegio nel “catturare uno spaccato di vita legato alle donne e agli uomini della mia terra, la Tuscia”.

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