Nel cuore dell’Italia, a Bagnoregio, si è appena concluso un evento che trascende il comune significato di gemellaggio. Per tre giorni intensi, la cittadina laziale è stata il palcoscenico di una straordinaria celebrazione: il trentesimo anniversario del “gemellaggio infinito” con la comunità sarda di Esterzili. Una delegazione di circa 70 persone, giunta dall’isola, ha rinnovato un patto di “amore e fratellanza” forgiato tre decenni fa, ben più di un semplice accordo amministrativo, ma un profondo sentimento di affetto che supera la distanza geografica.
Anima sarda a Bagnoregio e organizzatrice instancabile di questo memorabile incontro è Giulia Corrias, la cui storia personale è indissolubilmente legata alla nascita di questo legame unico. Giulia ci ha raccontato il suo commovente percorso, che ha gettato le basi per questa amicizia profonda.
La Storia di Giulia: Dalla Sardegna a Bagnoregio, un Viaggio di Speranza e Resilienza
“Sono nata in Sardegna, in un piccolo paese, Esterzili”, inizia Giulia. “Ero la più grande di cinque figli, e la nostra vita era fatta di grandi sacrifici e assenze. Mio padre era sempre in campagna con il suo gregge di capre, mia madre lo raggiungeva ogni mattina e tornava la sera; noi rimanevamo con la nonna ed io, essendo la più grande, dovevo aiutarla a prendermi cura dei miei fratelli.”
Ma i pascoli scarseggiavano, e così il padre di Giulia maturò la difficile decisione di lasciare la terra natia in cerca di un futuro migliore. Dopo un primo tentativo non riuscito in Toscana, le offerte di pascoli per pecore sul continente, pubblicate sui giornali sardi, aprono una nuova speranza. “Mio padre decise di scambiare le nostre amatissime capre con delle pecore e, preso contatto con un proprietario di Bagnoregio, decise di partire,” ricorda Giulia, con un velo di emozione nella voce.
Il giorno della partenza fu un momento di straziante addio. “Caricarono le nostre pecore sui camion, noi salimmo sulle cabine dei guidatori, e partimmo da Genne Idda. Non potete immaginare il dolore intorno a noi, tutti i parenti che ci abbracciavano e cercavano di rassicurarci, ma noi non riuscivamo a staccarci da loro; ricordo tutti i volti e tutte le espressioni di ognuno come un fermo immagine che non si cancellerà mai dalla mia mente.”
Il viaggio fu un’odissea. Cento chilometri fino a S. Gavino, con lo zio Luigi ritto in mezzo alle pecore sotto la pioggia, un’immagine che “non dimenticherò mai quanto mi fece male vederlo lì, aggiungendo dolore al dolore.” Dalla stazione, tra treni e traghetti, la famiglia Corrias affrontò il buio e la paura, viaggiando persino in un vagone con i loro cavalli per risparmiare, finché il personale della nave, accortosi di loro, li accolse.
L’Arrivo e l’Integrazione in una Nuova Terra
L’arrivo a Bagnoregio, una notte inoltrata, fu il primo contatto con una realtà totalmente diversa. “Al mattino, aperta la porta, scoprimmo che intorno a noi c’erano solo alberi, argilla e calanchi: eravamo nella valle sotto Civita. Per noi, abituati al paese, alle case strette l’una all’altra, fu un brutto colpo.” Le difficoltà proseguirono: la scuola troppo distante significava stare in collegio dalle suore, mentre l’iniziale distacco degli abitanti di Bagnoregio rendeva l’integrazione lenta. Poi, pian piano, l’amicizia cominciò a farsi strada, anche “merito dello scudetto vinto dal Cagliari di Gigi Riva, stimatissimo dagli appassionati.”
Dopo tre anni, il trasferimento nel centro storico di Bagnoregio segnò il culmine dell’integrazione. “Mio padre era un uomo profondamente buono e rispettoso degli altri, sempre con le braccia aperte ad accogliere chiunque lo volesse,” racconta Giulia. “Lui conservava nel cuore il desiderio di far incontrare questi due popoli che rappresentavano la sua origine ed il suo divenire.”
Il Sogno del Padre diventa Realtà: Il Primo Gemellaggio
Nonostante le difficoltà, il sogno del padre di Giulia si realizzò nel 1995: il gemellaggio tra Esterzili e Bagnoregio. “Lui era così orgoglioso e felice che non risparmiò né forze né denari affinché tutto andasse bene,” ricorda Giulia con affetto.
A distanza di trent’anni esatti da quella data storica, Giulia Corrias, con il prezioso aiuto delle Amministrazioni Comunali di Bagnoregio ed Esterzili, dei suoi fratelli, nipoti, dello zio e dei cugini, ha voluto rievocare e celebrare quel legame. L’evento ha visto un susseguirsi di incontri culturali e una “grandissima cena lungo tutto il corso di Bagnoregio, addobbato con le nostre bandiere”.
“Bagnoresi ed Esterzilesi hanno vissuto insieme tre giorni in armonia ed allegria”, conclude Giulia. “Sono sicura che mio padre e mia madre sorridevano insieme per il ripetersi di questo evento, che io dedico a loro.”
Il trentesimo anniversario del gemellaggio tra Bagnoregio ed Esterzili non è stato solo una rievocazione storica, ma la vibrante testimonianza di come il coraggio di una famiglia, la visione di un padre e la tenacia di una figlia possono tessere un filo indissolubile tra cultura e territorio, forgiando un legame d’amore e fratellanza destinato a durare per sempre.
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