Il dopo Befana, la festa continua nella Tuscia.

Il dopo Befana, la festa continua nella Tuscia.
Da poco abbiamo lasciato le feste natalizie, che bussa alla porta il Carnevale con tutte le sue declinazioni. La Tuscia si riaccende con delle antiche feste tradizionali che iniziano con il Focarone di Bagnaia, per continuare con il Carnevale in ogni borgo piccolo o grande che sia, si chiude questo trittico di usanze tipiche della Tuscia con il Pranzo del Purgatorio di Gradoli, che preannuncia il periodo pasquale. Il tutto accompagnato dai tipici dolci, frappe, fregnacce, castagnole, struffoli abbinati ai vini doc del nostro territorio.

Il più popolare detto sull’Epifania, “che tutte le feste si porta via”, sembra sormontato dall’entusiasmo crescente in alcune zone della Tuscia, dove stanno per iniziare delle feste tra le più partecipate e caratteristiche che questo periodo d’inizio anno ci offre. Ancora si devono spegnere le luci di Natale, con i torroni e panettoni in bella vista nelle credenze di tutte le case, mentre alla porta bussa il Carnevale e i suoi dolci irrinunciabili: le frappe, le fregnacce, gli struffoli e le castagnole, il tutto abbinato ai vini doc della Tuscia, e la festa si riaccende. A dare inizio a questo colorato periodo, nella notte fra il 16 e il 17 gennaio sarà la commemorazione di sant’Antonio Abate. Il simbolo della festa è il fuoco, quello più famoso nella Tuscia è il Focarone di Bagnaia. Una piramide di legna che supera i sei metri di altezza brucerà in Piazza XX Settembre per la gioia dei bagnaioli e per la tantissima gente che raggiungerà il borgo alle porte di Viterbo da tutta la provincia. Il Focarone di Bagnaia rimane un rito autentico del luogo, dove gruppi di persone si dedicano settimane prima alla ricerca del legname (si parla di circa cinquecento quintali) e ad allestire l’intera festa, che dal pomeriggio del 16 gennaio si protrae per tutta la notte, fino ad arrivare alla mattina del 17 gennaio.D3H5148_bagnaia

 

Lasciamo Bagnaia per spostarci a Civita Castellana, dove proprio il 17 gennaio avverrà la sfilata del Re Carnevale, chiamato “O Puccio”, che dà il via all’apertura dell’edizione 2024 di uno dei più antichi Carnevali della Tuscia, che avrà in programma sfilate con carri e gruppi mascherati nei giorni 4, 8, 11 e 13 febbraio.

La spensieratezza del carnevale raggiunge quasi tutti i borghi della Tuscia per arrivare a un altro importante polo d’attrazione del buonumore e tradizione come Ronciglione. Qui sui Cimini si parte il 28 gennaio con il primo Corso di Gala, dove si esibiranno i più bei gruppi mascherati, gli Ussari e gli immancabili Nasi Rossi, la maschera tipica del Carnevale ronciglionese, che tornerà in altre date: 4 e 11 febbraio per i Corsi di Gala, 8, 10, 11, 12 e 13 febbraio per le restanti manifestazioni dedicati a bambini e ai veglioni tradizionali. Suggerisco anche il longevo Carnevale di Acquapendente e quello più giovane di Bagnoregio.

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Ci allontaniamo dai suoni festanti del Carnevale, per raggiungere Gradoli, dall’altra parte della provincia di Viterbo. Il piccolo borgo sorge sulle colline che fanno da cornice al Lago di Bolsena, una terra ricca, che produce buoni frutti, fagioli, olio e vino e che nel giorno delle Ceneri, il 14 febbraio, riunisce sotto lo stesso tetto circa 1600 persone che raggiungono Gradoli da tutte le parti d’Italia per partecipare al famoso Pranzo del Purgatorio. Organizzato dalla Fratellanza del Purgatorio, che da circa quattrocento anni porta avanti questa tradizione che potrebbe essere presa in considerazione per una candidatura come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, per il suo trasmettersi di generazione in generazione.

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Ad ogni modo, altro scopo principale è quello di raccogliere fondi per offrire opere di beneficenza nell’ambito della comunità di Gradoli, e al contempo di suffragare le anime dei defunti che stazionano nel Purgatorio, e dei Confratelli che hanno lasciato il mondo terreno. Il Pranzo del Purgatorio, che rimane in programma per mercoledì 14 febbraio 2024 presso i locali della Cantina Sociale, ha un menù semplice che inizia con i “fagioli del Purgatorio” (un legume che si produce nella zona di Gradoli), prosegue con la minestra di riso con sugo di tinca (una ricetta segreta della Fratellanza), luccio in umido, nasello fritto, baccalà lesso insaporito con olio extra vergine d’oliva ed un trito di aglio e prezzemolo, per terminare con una mela. Ecco la Tuscia, con le sue manifestazioni uniche e singolari, dove i luoghi e la gente sono i cardini di un passato forte e radicato in questa terra, tutta da vivere e scoprire.

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