Evviva Maria! Sia lodato il Santissimo Sacramento! Evviva Maria Santissima del Monte! Evviva Gesù e Maria! Questo è il grido di fede che per tutta la giornata del 14 Maggio alimenta ogni passante che partecipa alla Festa in onore della Madonna Santissima del Monte a Marta sul Lago di Bolsena.
Una volta chiamata rozzamente Barabbata, nome o titolo che da molti anni non è più condiviso dagli abitanti del borgo dei pescatori e che il comitato dei festeggiamenti della Madonna SS del Monte vuole salvaguardare con la speranza di promuovere e rendere pienamente apprezzabile una delle più belle e spettacolari feste del centro Italia con il nome di Festa della Madonna del Monte o delle Passate. Una festa con radici profonde e sane, che il Vescovo della Diocesi di Viterbo S. E. Orazio Francesco Piazza ha sottolineato nell’omelia della messa mattutina per soli uomini al Santuario della Madonna del Monte, entrando in sintonia con l’assemblea e con il popolo martano. Una Festa che, nel mio modesto modo di vedere, sembra un lungo racconto antropologico di questo vivo popolo contadino, e che consolida ogni anno la voglia di non separarsi dal passato. E lo manifesta in tanti modi durante il corteo che si snoda per circa un paio di chilometri per le vie del centro storico, fino ad arrivare alla collina dov’è posto il Santuario, e che vede la partecipazione di circa 800 uomini, iniziando dai piccolissimi, come Stefano, di soli tre mesi e mezzo, portato in corte da nonno Franco, e poi bambini ragazzi, adulti e anziani. Credo che l’umiltà nel tramandare sia la chiave di volta di questa Festa unica nel suo genere.
La Festa inizia alle 4,30 del mattino quando davanti a un’icona della Madonna posta nella centralissima Via Laertina il tamburino di Franco e quello di Italo iniziano a rullare e a svegliare chi ancora dorme. È il corteo dove possono partecipare indistintamente tutti, uomini e donne, “passanti” e semplici cittadini. Un corteo di osanna al grido di Evviva Maria, intervallati da canti e botti per tutto il periodo che termina con l’arrivo in Piazza del Comune. Tra il termine del primo corteo e la partenza del secondo c’è la messa per soli uomini e la preparazione di ogni gruppo, atteso verso le otto e trenta presso la passeggiata sul lago.
La pioggia ha fatto slittare la partenza prevista per le nove di circa mezz’ora, il corteo è partito e come d’incanto la pioggia ha cessato di cadere e un timido sole ha fatto capolino tra le nuvole. Casenghi e Bifolchi sono le prime due categorie che arrivano in piazza del comune, dove ad attenderli c’è il Vescovo Piazza con tutte le autorità, e un folto pubblico che ha chiuso gli ombrelli e ha iniziato ad applaudire i Passanti. La categoria dei Villani è quella più numerosa: sono circa quattrocento persone. Con “villano” s’indica chi lavora la terra in tutte le sue fasi produttive, e all’interno di questa categoria sono comprese altre cinque sottocategorie: i Sementerelli, le Vanghe, i Falciatori, i Mietitori e le Fontane. Un pubblico festoso presente per tutto il percorso che ha seguito e apprezzato in modo composto il passaggio di questo racconto di vita espresso con pregevoli lavorazioni artistiche, con fontane di fiori e barche, e con il pescato del Lago di Bolsena.
L’arrivo dei pescatori al Santuario determina la conclusione della prima fase della Festa intervallata dalla messa celebrata dal Vescovo emerito di Viterbo Lino Fumagalli. Al termine iniziano le Passate, che sono il tempo esatto che ogni Categoria riesce a stare davanti all’effige della Madonna Santissima del Monte per donarle la propria fede e i frutti del duro lavoro. Ogni categoria saluterà per tre volte la Madonna con canti mariani al grido “Evviva Maria, sia lodato il Santissimo Sacramento, evviva la Madonna Santissima del Monte, Evviva Gesù e Maria!“, accompagnato dal costante rullo del tamburino. Al termine dei tre giri ad ogni passante viene donata la tradizionale Ciambella, altro simbolo di sacra unione alla festa. A questo punto della giornata il corteo si rimette in viaggio verso il borgo passando nella parte più vecchia, dove ad attenderli ci sono le donne che dai balconi lanciano la ginestra come ringraziamento e buon auspicio. Il corteo si raduna sotto il palazzo comunale per la benedizione impartita dal parroco di Marta Don Roberto Fabiani. La grande folla del pubblico che è venuta a seguire Marta questa lunga liturgia si mescola e fonde con i Passanti che l’hanno compresa, e che con l’ultimo filo di voce ringrazia la Madonna Santissima del Monte con il grido che contraddistingue questa Festa: “Evviva Maria, sia lodato il Santissimo Sacramento, evviva la Madonna Santissima del Monte, Evviva Gesù e Maria!”
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