Domenico Poponi, artista-pittore con il Morbo di Parkinson vive in Piemonte ma il suo cuore batte sempre per la sua terra, la Tuscia. A fine marzo inaugura la sua quinta mostra personale dal titolo Volti presso le sale di Ultraspazio di Torino
Incontro Domenico una mattina di fine luglio, in un caffè di Grotte di Castro. “Torno sempre con piacere al mio paesello – esordisce Domenico appena mi vede, lui già seduto all’ombra del gazebo.
Domenico, come tanti, è figlio di lavoratori emigrati nelle città del Nord, ma serba l’amore delle proprie radici nel cuore. Alvaro e Luisa, i genitori, sono nativi di Grotte di Castro e si trasferiscono nella provincia di Torino, dove nel ’68 nasce Domenico. Dopo la maturità lavora come tecnico di apparecchiature elettromedicali: i suoi clienti sono ospedali e studi medici (ed è paradossale, scoprirete leggendo il perché). Una vita tranquilla, quella di Domenico, appassionato di sport (bici e sci), e appena ha la possibilità fugge dalla città per raggiungere la Tuscia e di trascorrere qualche giorno nel borgo di Grotte di Castro, facendo lunghe passeggiate in riva al Lago di Bolsena. Nel giugno 2015 la vita di Domenico è stravolta dall’arrivo della figlia Matilde Sole. Dopo qualche mese questa felicità è soffocata da una diagnosi che cambierà per sempre la sua vita. A Domenico viene diagnosticato il Morbo di Parkinson. “Così inizio una seconda vita – mi dice – il Parkinson è una malattia indecifrabile, senza una logica. Non ti aspetta, il più delle volte colpisce a tradimento, minando per sempre la tua stabilità mentale e fisica, trascinandoti inevitabilmente in un enorme buco nero pieno di sofferenza.” Ma, da quel buio Domenico scorge una luce. Nel marzo del 2020, quando tutto il mondo era in piena emergenza sanitaria a causa della pandemia, Domenico si sveglia al mattino e inizia a dipingere. È una vera esplosione di colori. “Ogni volta che dipingo, quella luce m’illumina – mi dice Domenico – le mie mani tremano, il mio corpo trema, ma in uno dei rari momenti di quiete dipingo e cerco di tradurre su tela quello che vivo e sento come il fuoco che sono costretto a combattere e quello che ho dentro.” Domenico dipinge a tecnica mista, usa poco i pennelli ma molto le sue mani tremanti, accompagnandoci nel suo mondo profondo. Mi confessa una cosa “se è vero che nulla accade per caso, nemmeno casuali sono i miei quadri”. Domenico Poponi in poco tempo ha realizzato già tre mostre personali nell’area di Torino, raggiungendo un notevole successo di pubblico e di critica: la prima dal titolo “Colore sul Dolore”, a seguire “Oltre l’apparenza” e “L’arte di Vivere”. “Questi quadri – termina Domenico – non sono nient’altro che il riflesso dei miei stati d’animo e i limiti imposti da questa malattia. Con la pittura ho capito che soffrendo di una malattia così ingombrante è possibile trovare nuovi modi di sorridere, nuovi modi di esprimermi, nuovi modi per guardare la vita con positività”. Domenico in questi giorni sta realizzando le sue ultime opere per un’imminente mostra in programma per l’inizio primavera “ Esattamente il 31 marzo inauguro la mia quinta personale dal titolo Volti all’interno di un posto bellissimo che è l’Ultraspazio di Torino fino alla fine di aprile sarà possibile vedere quello che faccio. Per questo e tutto quello ho esposto fino ad oggi devo ringraziare chi ha creduto in me fin dal primo giorno, il mio “socio” Emanuele Abrate – mi confida Domenico – devo tanto a Emanuele mi ha spronato, mi ha fatto reagire credo nel modo giusto che è di creare con la mia arte quello che mi sento dentro la gioia e la disperazione.” Tutto questo Domenico me l’ha raccontato con il sorriso, mai una ruga di tristezza, espressione di un ragazzo forte che ha saputo reagire alla malattia tramite la pittura, per Domenico un antidoto che non si trova facilmente in commercio.
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