Con questo “pezzo” termino la mia terza stagione delle Meraviglie della Tuscia. Una piccola rubrica senza grandi pretese, che ha il fine di dedicare uno spazio al territorio e alla gente che lo popola. E per questo devo dire grazie al direttore Carlo Galeotti che mi offre la possibilità di raccontarlo a tutti sulle pagine di Tusciaweb. Per quest’anno, che sta per terminare, ho destinato metà dei miei racconti al territorio e ai suoi luoghi più o meno popolari ma accessibili a tutti, e l’altra metà a personaggi o al folclore popolare.
Ho iniziato il 2022 con un racconto che parte dal centro del capoluogo della Tuscia con una storia ambientata nel lontano 1271, un efferato assassinio che veniva consumato all’interno della Chiesa del Gesù. A gennaio, le restrizioni ancora in atto su tutto il territorio fermano il tradizionale Sacro fuoco di S. Antonio a Bagnaia, detto anche “Focarone”. Anche il territorio dei Monti Cimini, come ho scritto più volte, m’ispira molto, anche perché ricco di paesaggi, tradizioni e storie, come quella che mi porta nella Tenuta di Sant’Egidio per raccontarvi della Barca Imperiale Cinese, che si trova all’interno di una chiesa sconsacrata. Scendo la montagna in direzione di Roma e arrivo a Sutri, dove trovo un territorio ricco di testimonianze antiche e contemporanee, grazie alle mostre allestite al Museo Palazzo Doebbing. Risalgo in alta Tuscia per entrare nel Castello di Torre Alfina e nel Bosco Sasseto con i racconti legati della famiglia Cahen che visse a lungo nel maniero. Da lì Gradoli è a un passo, e ospita una delle manifestazioni tradizionali più antiche della Tuscia, il Pranzo del Purgatorio, anch’esso rinviato al 2023. Il viaggio continua a piedi dalla Porta del Lazio sulla via Francigena, da Proceno, per arrivare al colle falisco di Montefiascone passando per Bolsena, tappa fondamentale per il pellegrino che viaggia verso Roma.
Ad Orte invece scopro un mondo sotterraneo, cunicoli ramificati sotto la città e cisterne per l’approvvigionamento e raccolta dell’acqua, come sempre fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo in qualsiasi era. Salgo sul monte della Palanzana per scoprire uno dei luoghi più panoramici per avere una vista dall’alto sulla città di Viterbo.
In estate la campagna della Tuscia si colora del giallo dei girasoli e del viola della lavanda, che fa di Tuscania uno dei centri più importanti per la racconta di questa pianta, sia come produzione che come qualità bio. Arriviamo a settembre e per questo mese c’è solo una festa che attira l’attenzione di tutta la provincia: la città di Viterbo si stringe intorno a Santa Rosa con il tripudio della notte del 3 settembre, quando la città viene illuminata solamente dalla luce della Macchina di Santa Rosa portata in trionfo per le vie della città, dalla forza e devozione dei Facchini di Santa Rosa fino al sacrario del Santuario.
Sono quasi al termine di quest’anno, e, voltandomi indietro, ricordo le storie di tre personaggi che ho conosciuto durante l’anno. Il primo proviene dalla Tuscia ed è tra i più famosi in Toscana e, specialmente, a Siena: Angelo Meloni, in arte Picino, il leggendario fantino di Canepina che nella sua vita ha partecipato a ben 53 carriere, vincendone 13. In ottobre ho modo di chiacchierare con una signora inglese innamorata, come tanti altri turisti, della nostra zona, che le ha ispirato i suoi acquarelli sulla Via Francigena, da Canterbury a Roma, l’antica via percorsa nel 990 dall’arcivescovo Sigeric. L’altro personaggio lo trovo a Roma, sulle acque del Tevere con il suo barcone, presso cui risiede fin da giovanissimo: l’ultimo anguillare della città eterna.
Concludo il mio racconto sotto la pioggia per raggiungere il Monumento Naturale di Corviano che si trova nel territorio del Comune di Soriano nel Cimino. Il viaggio continua con la nuova stagione delle Meraviglie della Tuscia che inizierà con nuovi racconti di questa splendida terra a partire dal prossimo mese di gennaio, sempre su Tusciaweb.
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