E dopo due anni i campanacci dei buoi si fanno sentire tra le vie del centro storico di Viterbo. L’ antichissima processione dedicata al SS. Salvatore, partita dalla Chiesa di Santa Maria Nova e accompagnata per tutto il tragitto da due ali di folla che hanno fatto da cornice all’icona trasportata sul carretto tirato da due buoi come vuole la tradizione.
Una storia antica come Viterbo che vuole due bifolchi, nella fine del 1200, lavorando nella campagna intoro alla citta si videro costretti a interrompere l’aratura in quanto i due buoi, seppur sollecitati, non vollero continuare ma si inginocchiarono e iniziarono a scavare con le zampe nel terreno finche non affiorò una cassa di pietra con all’interno con l’immagine del Salvatore. La storia vuole che ad accompagnare la processione solenne fossero tutte le Arti della citta, e questa tradizione è stata rispettata anche in questa occasione, infatti hanno sfilato davanti al carro ornato a festa, circa 200 personaggi rievocando cosi i bifolchi, artefici del ritrovamento e poi i mercanti, speziali, fabbri, macellari, pesciaroli, falegnami, muratori e cosi via tutti le arti che rendevano viva la città. Una festa che ritorna dopo due anni di fermo forzato per la pandemia, e che ha ritrovato l’anima viva del centro storico pronta a ridare vita ad una tradizione cosi antica e quanto bella per la città di Viterbo.
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