La Tuscia degli Etruschi

Quando entro in un Museo ho la sensazione di entrare in un mondo diverso e di azzerare subito quello che ho lasciato alle spalle. Entro in questo grande cortile assolato, e trovo il personale pronto a darmi spiegazioni su cosa andrò a vedere durante la visita al Museo Nazionale Etrusco all’interno della Rocca Albornoz nel centro di Viterbo. Il Museo è dedicato interamente all’antico popolo della Tuscia, gli Etruschi. Non approfondisco ulteriormente il tema, che ha generato fiumi di inchiostro: mi limito solamente a raccontarvi la visita tramite lo sguardo di un appassionato fotografo che ama la propria terra, la Tuscia. Entrando nelle prime stanze sento una gradevole frescura che mi fa iniziare la visita più rilassato, dandomi modo di concentrarmi su quello che vedo all’interno delle vetrine. La storia dei nostri antenati, la loro arte, il lavoro, l’ingegneria, la cultura, la religione: è tutto quello che si può trovare in questo magnifico museo, tenuto conto che tante ricchezze e testimonianze sono ancora custodite sottoterra, tutte da scoprire. Rimango trasecolato dalla bravura di questi antichi artisti-artigiani, vasellai, pittori e scalpellini. Quando osservo quei manufatti che hanno la forma di oggetti che ancora oggi ci troviamo ad usare quotidianamente, mi stupisco di come questo popolo così misterioso, così lontano, sembri invece così moderno, di come ci sia un invisibile legame tra il nostro mondo e il loro. Salgo le scale di questa fortezza così autorevole, dove ogni sala racconta la vita degli Etruschi. Tanti e importanti siti sono sparsi della nostra provincia a testimoniare i loro antichi insediamenti e svariati reperti lì raccolti vengono convogliati nel Museo. I più maestosi, che mi hanno invogliato a visitarlo, sono la Tomba della Biga e il Santuario Rupestre di Demetra. La Biga è magnifica e lascia senza fiato: la si può osservare da qualsiasi angolazione, perché lo spazio a lei concesso è ampio e dà modo di guardarla attentamente nei particolari, tra i quali i suoi due fedeli cavalli. Al Santuario di Demetra si arriva uscendo dal museo e attraversando il loggiato. Sono colpito dalla solennità del luogo: è come se, concentrata in questa corte, si potesse vedere tutta la città di Viterbo, con il suo fascino medievale, come sul grande schermo del cinema. Il Santuario di Demetra, è una ricostruzione quasi fedele dell’originale, che si trova nella campagna intorno a Vetralla, entro e la tenda, di soppiatto, mi si chiude alle spalle e sono immerso nella tomba etrusca con la statua di Demetra posta al centro e illuminata con una luce soffusa, installata proprio per creare quell’atmosfera che il visitatore deve percepire come un vuoto intorno a lui, ma nel silenzio e nel rispetto del luogo sacro agli Etruschi La mia visita al Museo Nazionale Etrusco volge al termine, e prima di uscire faccio delle piccole considerazioni pensando a quanto c’è da conoscere e ammirare, per far sì che il proprio bagaglio culturale si accresca, o anche semplicemente per vivere l’esperienza di un’immersione nella civiltà etrusca. Questo è un semplice invito per tutti noi che viviamo nella Tuscia ad andare a visitare i nostri Musei, dov’è raccolta e raccontata la nostra storia. Rifaccio il percorso per uscire, saluto lo staff, e appena metto il naso fuori il caldo si fa subito sentire, ricordandomi da dov’è che vengo.

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