Nel caldo dell’estate ormai in arrivo, m’incammino verso il Ponte del Diavolo, nel fosso sottostante Blera.
Subito incontro degli escursionisti che scrutano la mappa dei sentieri percorribili, fermi lì davanti a lambiccarsi il cervello. Quale percorso scegliere? Qui i cellulari non prendono, non ci si può affidare alla tecnologia per un consiglio. Vedendomi procedere sicuro per la mia strada, decidono di chiedere a me: “scusi signore, lei che va così di corsa, è quello il sentiero giusto?” Gli rispondo che quello che sto per prendere è il sentiero che porta al Ponte del Diavolo, e poi da lì si continua per altri bellissimi percorsi.
Li lascio lì mentre mi incammino per la Via delle Piagge di Sopra, che mi porterà dritto al Ponte del Diavolo. Il Ponte, lì dal I sec a.C., permetteva alla Via Clodia di attraversare il Biedano, piccolo torrente che dà il nome anche alle Gole che si trovano poco distanti. La sua architettura è molto semplice ma resistente, a secco (quindi senza calce), e sostiene il ponte da millenni – è proprio per questa solidità millenaria che si può dire sia un’opera “del diavolo”.
Continuo il percorso immerso da natura e silenzio, ma accompagnato come sempre dal rumore dell’acqua che scorre, che sostenta, ora come allora, le comunità che a lei ricorrono. Arrivo sotto ad un costone di tufo dove intravedo un’apertura che sembra simile ad un finestrone. Salgo la scaletta in ferro e mi trovo dentro ad un monumentale colombario romano, uno dei più belli della zona archeologica di Blera.
Il mio affascinante cammino sembra giunto al termine, ma una sorpresa è nascosta dietro l’angolo. Risalendo le Piagge di Sopra mi accorgo di un costone di tufo colorato da mille fiori. Mi affaccio e noto una persona immersa nella lettura. Scusandomi di averne interrotto la pace, il signor Jos, questo il suo nome, con una cadenza germanica mi invita a vedere il suo buen retiro. Da anni progetta queste terrazze con fiori e piante ornamentali, dando un tocco di colore al tufo che sorregge l’abitato. È olandese, trapianto dal 2003 a Blera: ha mostrato gusto e inventiva realizzando il Giardino della Rupe, dal nome “Ecco fatto”, mettendolo a disposizione di tutti con ingresso libero nelle ore diurne. Jos è un simpatico “artista” che ha fatto della sua passione un angolo di pace e solarità, restituendo e riqualificando, a modo suo, un pezzetto del Borgo di Blera.
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