Entriamo in questo minuscolo borgo, che da qualche tempo è sulla bocca (e sui social) di tutti, tramutato in una piacevole e colorata girandola di fiabe grazie ad un risveglio urbanistico – fiabe amate sì dai bambini, ma che incantano anche gli occhi dei grandi, facendoli ritornare più piccoli. Questo è Sant’Angelo di Roccalvecce da quando Tina Loiodice inaugura il 27 novembre del 2017 (e infatti l’orologio raffigurato nel murales di Alice nel Paese delle Meraviglie segna proprio le 11 e 27 minuti) un progetto che sembra aver risollevato le sorti del borgo che, come tanti nel nostro bel Paese, hanno le ore contate per l’abbandono totale. Invece il borgo è più animato che mai, con Alice che viene occhiata da Biancaneve e dai sette nani che stanno dall’altra parte della via, con un Don Chisciotte austero che aspetta il Gatto con gli stivali che sembra voglia tendergli un’imboscata dall’alto della loggia che lo ospita. E ancora, la storia nuova dove Cappuccetto Rosso, raccontato e disegnato dalla bresciana Vera Bugatti, abbraccia un lupo dimesso, come a proteggerlo, con la nonna pronta a raggiungerlo verso un bosco che non esiste (causa la deforestazione). Le viuzze in discesa si intrecciano, e la bella addormentata ti invita fino alla piazzetta dove, quasi per caso, si trova la chiesetta di San Michele Arcangelo, in cui poche persone entrano per continuare il percorso tra le tante fiabe disegnate dai grandi per i piccoli e che trovano spazio in questo bellissimo borgo. Il mio breve viaggio termina davanti all’Albero delle Matite, dove trovo la signora Maria mentre annaffia i suoi gerani che sembrano essere assorbiti dalla scenografia della storia dipinta sopra la sua casa.
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